Gestione dei flussi migratori, lotta al cambiamento climatico, superamento della povertà e delle diseguaglianze di genere, produzione di energia rinnovabile per tutti: le sfide globali che l’umanità si trova a fronteggiare richiedono soluzioni non ancora a portata di mano. Nel mio saggio edito da Laterza “L’Utopia sostenibile” ho individuato tre pilastri sui quali costruire una transizione allo sviluppo sostenibile: governance globale, per affrontare emergenze che non hanno più confini nazionali; tecnologia, strumento indispensabile per risolvere i problemi che abbiamo di fronte e che ci consente di mitigare o rallentare alcuni processi dannosi per l’ambiente e la società; cambio di mentalità, per creare una nuova consapevolezza e favorire comportamenti nel solco della sostenibilità.
Si comprende dunque la centralità che rivestono i piani educativi e le iniziative per coinvolgere alunni e docenti sui 17 Obiettivi (Sustainable Development Goals, SDGs) dell’Agenda 2030, sottoscritta dai 193 Paesi Onu nel settembre del 2015. Abbiamo dodici anni per edificare un mondo più sostenibile e gli individui devono essere i primi agenti del cambiamento, grazie a conoscenze, abilità, valori e attitudini che li rendano capaci di decisioni informate e azioni responsabili per l’integrità ambientale, la sostenibilità economica e una società più giusta per le generazioni presenti e future.
Per favorire questa trasformazione l’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), che raccoglie più di 200 organizzazioni della società civile, ha costituito un gruppo di lavoro trasversale e avviato numerosi progetti, anche in collaborazione con il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Miur), tra i quali il corso e-learning sull’Agenda 2030 e gli SDGs, a disposizione di tutti i docenti italiani attraverso la piattaforma Indire. Si è poi conclusa, con oltre 260 classi in gara, la seconda edizione del concorso Miur-ASviS “Facciamo 17 Goal. Trasformare il nostro mondo: l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile”.
Imprescindibile, in questa trasformazione, è la presenza del mondo accademico. La Rete delle università per lo sviluppo sostenibile, istituita dalla Conferenza dei Rettori insieme all’ASviS, ha dato impulso a numerose attività, didattiche e sperimentali. Significativa è anche l’organizzazione della Siena Summer School on Sustainable Development, che si terrà a settembre di quest’anno.
Cambiare l’attuale paradigma di sviluppo è difficile, ma possibile, e soprattutto indispensabile per assicurare un futuro a tutti noi. Per questo, a tutti coloro che si occupano di educazione e formazione spetta il compito di contribuire a tale trasformazione, sentendo l’urgenza e la responsabilità che derivano dalla consapevolezza della gravità dei problemi che abbiamo di fronte.