Intervista a: Aldo Soldi
Presidente Associazione Nazionale Cooperative di Consumatori – COOP
Anno: 2009/10

Anche quest’anno, Coop – che nell’anno scolastico 2008/2009 ha coinvolto nelle sue attività 220.603 bambini e ragazzi – propone alle scuole un pacchetto articolato di percorsi di educazione al consumo. Può aiutarci a ripercorrere le tappe salienti di questo lungo cammino?
Nel 2010, saranno trent’anni che Coop propone alle scuole un’ampia gamma di percorsi di Educazione al Consumo Consapevole. Era infatti il 1980 quando nacquero le “Giornate dei Giovani Consumatori”: in realtà nacquero in Francia e ricordo il viaggio a Parigi di un gruppo di noi che poi si fece carico di adattare all’Italia un’idea indubbiamente originale. Una sorta di grande laboratorio ludico e didattico, diverso per modalità ma molto affine per i temi affrontati ai percorsi che riproponiamo in quest’anno scolastico.
Anche allora, al centro dell’attenzione, vi erano argomenti come la corretta educazione alimentare, l’immagine dei prodotti e la loro etichettatura, i linguaggi della comunicazione pubblicitaria, la salvaguardia dell’ambiente.
Da quella prima esperienza, che si rivelò subito di grande interesse, molta strada è stata percorsa, l’attività si è strutturata, i temi si sono aggiornati e puntualizzati seguendo i mutamenti della società, è stato siglato su questa materia un protocollo d’intesa con il Ministero della Pubblica Istruzione.
Oggi Coop si avvale anche di una rete di Centri di Educazione al Consumo Consapevole: punti di riferimento per le scuole nei territori, luoghi di raccolta dei materiali, centri aperti per la formazione. E, per l’anno scolastico 2009/2010, l’impegno di Coop si rinnova ulteriormente, con le proposte elencate in queste pagine e disponibili anche nel portale www.coop.it.

Quali modelli di comportamento proponiamo ai giovani che incontriamo nelle nostre attività?
Ciò che ci proponiamo è educare al consumo consapevole e quindi ad attuare comportamenti, non solo ed esclusivamente limitati al consumo, che vadano nella stessa direzione. Comportamenti basati sulla coscienza di sé, sulla sobrietà, il rispetto dell’ambiente, la solidarietà, il senso critico. Perché i fattori che intervengono nella scelta di questo o quel prodotto da uno scaffale di un supermercato, sono molti e non sempre decifrabili: la convenienza, la qualità, la sicurezza, l’eco-compatibilità, la provenienza… Come pure, la suggestione pubblicitaria o la pressione delle mode e dei modelli del gruppo sociale di riferimento. Negli ultimi anni, poi, la società ha subìto rapidissimi mutamenti: la globalizzazione ha sconvolto le regole più elementari di approvvigionamento dei prodotti; l’attenzione rinnovata alle problematiche ambientali determina contraccolpi anche sui singoli prodotti, gli effetti indubitabili della crisi economica tuttora in atto creano scenari in continuo cambiamento.

Coop accanto agli insegnanti e alle famiglie
La scuola è coinvolta in cambiamenti e innovazioni non sempre lineari. In che modo Coop affronta questa situazione? Quali opportunità e strumenti offre ai docenti?

Coop non ha mai pensato, con la propria attività, di sostituirsi all’offerta formativa, che è prerogativa indiscussa dell’istituzione scolastica. Coop è un’organizzazione di consumatori, e come tale mette a disposizione della scuola le sue competenze, i suoi punti vendita – che diventano veri e propri laboratori didattici – e dunque idee, strumenti e risorse. Noi ci proponiamo anche per quest’anno scolastico di essere accanto alla scuola, pur tra i molti cambiamenti dovuti alla riforma in atto, come punto di riferimento per promuovere specifiche attività. Confidando che, proprio nel rapporto vitale con la scuola, le proposte possano continuare ad arricchirsi, com’è avvenuto nel corso degli anni precedenti.

L’educazione al consumo si fa a scuola ma, anche e soprattutto, a casa. Coop si propone tra i suoi obiettivi futuri la formazione e il coinvolgimento delle famiglie?
Il ruolo delle famiglie nell’educazione al consumo è tema interessante. Recentemente, abbiamo affidato una ricerca all’Università “La Sapienza” di Roma per capire il grado di coerenza tra conoscenze, atteggiamenti e comportamenti degli adulti e la loro disponibilità ad essere coinvolti in modo attivo – da genitori – nelle iniziative di educazione al consumo indirizzate alla scuola. I dati sono molto incoraggianti: ecco perché Coop si propone di aumentare la formazione e il coinvolgimento delle famiglie nelle attività e nei percorsi che vedono impegnati bambini e ragazzi di ogni età.

Qual è l’analisi che Coop fa dell’attuale crisi economica, della crisi di valori e di partecipazione? E quali risposte dà?
In una situazione di crisi come quella che sta attraversando il Paese, che colpisce il potere d’acquisto di una parte importante della popolazione, bisogna prima di tutto sapere da che parte stare. Coop lo sa: dalla parte del consumatore. E questo ha orientato tutti i suoi comportamenti: l’abbassamento dei prezzi quando sono diminuiti quelli delle materie prime; la denuncia dei comportamenti di produttori che pretendevano aumenti ingiustificati; il prezzo calmierato di molti prodotti indispensabili per la spesa quotidiana. Per dare risposte concrete in termini di qualità, di sicurezza e soprattutto di convenienza. Lo stiamo facendo, e indicatori nazionali e internazionali dimostrano, forse anche per questo, un elevato livello di fiducia nella Coop.

Non crede che, in tempi di bilanci ridotti all’osso, le persone trascurino la qualità e la sicurezza pur di risparmiare? E, sul versante dei produttori senza scrupoli, non stanno aumentando le frodi alimentari?
Sono d’accordo solo in parte. Se è vero che da un lato c’è chi cerca di speculare sulla crisi a svantaggio della collettività, è altrettanto vero che le imprese serie continuano a fare il proprio dovere. E non è neanche vero, almeno dal nostro osservatorio, che il consumatore sia disposto a tutto pur di risparmiare. La figura che emerge dai nostri studi e anche dai dati di vendita è quella di un consumatore più attento agli sprechi, più attento alla sostenibilità ambientale, molto sensibile al prezzo ma preoccupato della sicurezza, in particolare dei prodotti alimentari. Un consumatore poco fedele e che cambia con maggiore flessibilità la gerarchia dei suoi bisogni e la conseguente allocazione di risorse. Un consumatore difficile, perché difficile è la situazione che sta vivendo, ma che mette anche in atto comportamenti di consumo consapevole che potrebbero segnare le sue azioni dopo la crisi.