L’acqua è l’elemento primordiale per eccellenza: uno degli elementi fondamentali nella vita dell’uomo e attualmente anche uno dei diritti fondamentali di ogni uomo e di ogni donna che popolano il nostro pianeta. Ecco perché ritengo che una guida al consumo consapevole sia indispensabile per portare, soprattutto all’interno delle scuole, elementi di cultura essenziali per insegnare ai nostri figli a diventare più rispettosi della propria salute e dell’ambiente che ci circonda e da cui traiamo l’energia vitale. Dunque, non solo si può, ma si deve educare, perché viviamo in un mondo praticamente sull’orlo del precipizio, in chiave ecologica, basterebbe leggere le 700/800 pagine del rapporto di valutazione sull’ecosistema per il nuovo millennio dell’ONU, redatto da circa 1.300 scienziati in quattro anni di lavoro, per farsi un’idea dell’incognita che abbiamo messo sul futuro. Questi scienziati hanno semplicemente sottolineato che, se entro 50 anni il 20% del mondo ricco non avrà cambiato economia e stile di vita, le future generazioni rischiano di non poter sopravvivere. Diventa, pertanto, fondamentale che i giovani possano accedere attraverso la scuola a questo tipo di informazioni, che di solito non hanno e la cui assenza permette loro di vivere nell’illusione che possiamo andare avanti così. È per questo che ancor prima di consumo consapevole io parlerei loro di consumo critico, o di consumo responsabile perché finora il nostro è stato ed è un consumo irresponsabile. Basterebbe pensare che nel 2004 abbiamo speso 18 miliardi di dollari in prodotti di bellezza e 14 miliardi di dollari in viaggi e crociere transoceaniche: una follia, là dove basterebbero 40 miliardi di dollari per risolvere il problema della fame e della salute per tutta quella parte di mondo che non ha niente. Penso che, anche grazie a iniziative come quella dell’educazione al consumo, possiamo aiutare i nostri giovani a mettere in discussione il loro stile di vita. Quel 20% di mondo ricco sta consumando tanta energia che, se il resto della popolazione mondiale (6 miliardi) vivesse allo stesso modo, i tecnici hanno spiegato che avremmo bisogno di quattro pianeti come la Terra per le risorse, e di altri quattro come pattumiere. E a proposito di risorse, l’acqua è uno di quei diritti, come l’aria, che non si toccano. Sui pali dell’alta tensione si può leggere un cartello che avverte: “Attenzione: chi tocca muore!”. Così dovremmo scrivere pure sull’acqua e sull’aria. Dovremmo avere la coscienza che chi tocca questi beni, per interessi privati e individuali, muore, perché tocca il cuore dell’uomo e dell’umanità tutta. Possiamo vivere senza petrolio, ma non senza aria e senza acqua. Aria e acqua non possono diventare una merce con la quale qualcuno può arricchirsi a discapito delle moltitudini. Ai bambini dobbiamo far conoscere e capire la sacralità dell’acqua. Debbono imparare ad aver rispetto dell’acqua. L’acqua è vita: nel ventre della madre il bimbo rimane nove mesi nell’acqua. Questa idea del carattere sacro dell’acqua è tipica del mondo degli Indios e di alcune aree africane e noi dobbiamo recuperarla e farla nostra. Dobbiamo stimolare la riflessione con l’informazione. I bambini devono sapere che l’acqua è un bene pubblico, cioè di tutti, e che, quindi, non può essere privatizzata; devono crescere con l’idea che l’acqua appartiene alla comunità e che quest’ultima deve vigilare per sapere da dove viene e come viene gestita; devono imparare che non è una risorsa illimitata e che non va sprecata; devono incominciare a capire che l’acqua in questo mondo non è equamente divisa tra Paesi ricchi e Paesi poveri. Dobbiamo dire con la chiarezza del coraggio ai bambini che dove non c’è acqua non ci può essere vita e che di questo futuribile disastro dobbiamo essere tutti coscienti.
Autore: Padre Alex Zanotelli
Anno: 2006/07